Nel mese di gennaio, in onda su Rai 3, Daniel Pennac è apparso in prima serata nel programma Le parole della settimana condotto da Massimo Gramellini.
In occasione dell’uscita italiana de La legge del sognatore, ultimo romanzo dell’autore ispirato all’immaginifica realtà di Federico Fellini, Pennac ha deliziato il pubblico con una bella intervista in bilico tra il sogno e l’amore per la scrittura.
“Senti Daniel” esordisce Gramellini, “se ti dico Fellini, qual è la prima parola che ti viene in mente?”
“Sogno” risponde lo scrittore, “sogno e humour, le due. Sogno perché io sono follemente innamorato del libro dei sogni di Fellini. Sai che Fellini sognava e appena si svegliava disegnava e annotava i suoi sogni proprio sulle pagine del suo libro. E questo libro dei sogni è diventato enorme. E io mi sono rovinato a regalarlo a tutti i miei amici.”
Prosegue Gramellini, chiedendo se a settantacinque anni si sogni più ad occhi aperti o ad occhi chiusi.
“A settantacinque anni si sogna un po’ meno che a quindici anni. Perché a quindici anni si è la curiosità stessa. Si ha curiosità verso di sé, – cos’è questo corpo che si va trasformando? -, siamo la curiosità verso i genitori – chi sono questi individui che stanno là? – , si ha curiosità verso il futuro e soprattutto si gioca ancora molto. A settantacinque anni io gioco sempre ma la mia curiosità è verso l’uscita, mi interessa molto come andrà a finire questa avventura. Questa è la mia curiosità maggiore”.
“E i sogni possono aiutare a trovare l’uscita?” incalza il giornalista.
“Bisogna sapere una cosa sui sogni” prosegue Pennac, “il sogno è una funzione vitale. In poche parole se tu non sogni, muori. E uno dei dolori di Federico Fellini verso la fine della sua vita era che a causa delle medicine che doveva prendere per la sua malattia, sognava molto meno. E questa cosa lo rendeva molto triste. Allora, il sogno, è una produzione della mente di cui bisogna assolutamente cercare di ricordarsi, e questa anche la cosa più interessante. Più si annotano i sogni e più si ricordano. Più si ricordano e più all’interno del sogno puoi dire “ah domani mattina non devo dimenticare di prendere nota del sogno”.
(Estratto dell’intervista a Daniel Pennac, Le Parole della settimana, Rai Tre, 18/01/2020)